Tra le api e le piante della Tuscia viterbese, grazie a Apifarm e ai suoi 700 alveari.
Le api, instancabili lavoratrici dalla breve vita (quelle estive vivono in media soltanto una cinquantina di giorni), sono indispensabili per l’impollinazione e quindi per la salvaguardia della biodiversità. Eppure, oggi questi piccoli insetti sono sempre più a rischio, indifesi di fronte ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alle malattie, e gli apicoltori svolgono un ruolo fondamentale per garantire la loro sopravvivenza. Di esse, Giuseppe Porcelli, titolare della società agricola Apifarm, apicoltore “di terza generazione”, conosce tutti i segreti. L’azienda, con sede a Viterbo, è specializzata nell’apicoltura e si occupa della produzione di miele e di altri preziosi prodotti dell’alveare, come polline, propoli e pappa reale.


Di fiore in fiore
«Tutto è iniziato con mio nonno Giuseppe, apicoltore per passione, per proseguire poi con mio padre Antonino, fino ad arrivare a me – racconta Giuseppe, titolare di Apifarm dal 2010 –. Oggi abbiamo circa 700 alveari dislocati prevalentemente nella provincia di Viterbo, dal mare dove produciamo il miele di eucalipto fino ai Monti Cimini, dove abbondano le fioriture del castagno».
L’azienda, a gestione familiare, pratica il nomadismo: questo significa che gli alveari (ciascuno dei quali ospita nel periodo estivo ben 60mila api!) vengono costantemente spostati in base alle fioriture e in base al tipo di miele che si vuole produrre. La sera, o la mattina presto, vengono chiusi per essere caricati su delle jeep; poi, una volta arrivati nel luogo dove è presente la fioritura, le cassette vengono scaricate e qui rimangono fino alla sua conclusione, quando viene raccolto il miele prodotto dalle api. La permanenza va dai 10 ai 20 giorni a seconda delle temperature e della specifica durata della fioritura. Il nomadismo si pratica nel periodo che va da aprile-maggio a luglioagosto, mentre nei mesi invernali le api sono “in letargo” e si ha uno stop della raccolta del miele.
Dolce via vai
La Tuscia viterbese è un territorio vocato alla produzione di questa dolce sostanza dal colore ambrato: «Quello di castagno è un miele tipico, dato che sui Monti Cimini si estendono migliaia di ettari di castagneti», spiega Porcelli. Inoltre, soprattutto in passato, in questa zona del Lazio era molto praticata la pastorizia e di conseguenza ancora oggi abbondano seminativi come il trifoglio e l’erba medica, le cui fioriture sono ideali per la produzione di questa prelibatezza. «Noi portiamo le nostre api lontano dalle zone di agricoltura intensiva, ricercando le aree rimaste incontaminate », conclude l’apicoltore.
Specialità locali
Miele, propoli, pappa reale: lavorazione tradizionale e tutto al naturale.
Apifarm propone una grande varietà di tipologie di miele: millefiori, acacia, castagno, eucalipto, coriandolo, trifoglio, bosco, sulla, tiglio. Inoltre, in alcune stagioni vengono prodotte anche alcune tipologie particolari come il miele di cardo o di rovo. Dal Lazio ci si spinge fino alla Toscana per le fioriture di acacia e per realizzare altri tipi di miele come, ad esempio, la melata d’abete.
Nel lavoro quotidiano l’azienda è attenta a rispettare i ritmi della natura e segue modalità di lavorazione di tipo tradizionale, senza processi chimici né termici.



