Leggere un libro senza comprarlo e poi condividerlo con dei perfetti sconosciuti. No, non stiamo parlando di una biblioteca - o, almeno, non in senso stretto - ma del bookcrossing: un’iniziativa nata negli Stati Uniti e ormai diffusa, in varie forme, in tutto il mondo. Un’attività che permette a chiunque di accedere ai libri in modo gratuito stimolando così la diffusione della lettura. Il tutto, nel rispetto dei principi della sharing economy. Ecco di cosa si tratta e quali benefici garantisce a chi partecipa.
Cos’è il bookcrossing e cosa significa
Bookcrossing è un termine inglese che unisce le parole “book”, libro, e “crossing”, incrocio, attraversamento. In italiano potremmo tradurlo con “passaggio di libri” ed è proprio così che funziona: chi possiede un libro lo mette a disposizione della comunità affinché anche altre persone possano leggerlo senza doverlo acquistare. Lo scopo infatti è far sì che ogni volume possa raggiungere più lettori possibile, indipendentemente dalle loro possibilità economiche, per diffondere la cultura in maniera sostenibile.
Un’idea innovativa e di grande impatto, originata Oltreoceano qualche decennio fa e oggi consolidata in numerosi Paesi del mondo, Italia compresa.


Come nasce il bookcrossing e dove si è diffuso
Nel 2001, un signore americano di nome Ron Hornbaker - con l’aiuto della moglie Kaori e dei co-fondatori Bruce & Heather Pedersen - ha lanciato la prima piattaforma per tracciare e scambiare libri: BookCrossing.com. L’obiettivo? “Unire le persone usando i libri come colla per facilitare un'immensa conversazione”, come si legge sul sito ufficiale.
Il potere dei libri di generare emozioni e opinioni è dunque alla base del progetto che, da allora, ha superato i confini degli Stati Uniti arrivando anche in Europa.
Ad oggi, infatti, sono presenti quasi due milioni di persone registrate (i “BookCrossers”) in 132 Paesi. Gli USA sono quelli con il maggior numero di membri, ma a seguire troviamo anche: Regno Unito (5,3%), Germania (4,3%), Spagna (2,7%), Canada (2,6%), Australia (2,5%), Italia (1,9%), Francia (1,5%), Paesi Bassi (1,3%) e Brasile (0,6%).
Ma tutti possono partecipare, visualizzando gli spostamenti dei libri o andando a caccia di quelli presenti nel proprio territorio.


Come partecipare al BookCrossing?
Il meccanismo del BookCrossing è molto semplice: chiunque può accedere al portale, registrare il libro che vuole donare alla comunità e lasciarlo in un luogo a sua scelta perché possa essere recuperato e letto da qualcun altro. Tutte queste operazioni sono gratuite e servono a garantire il movimento dei libri. La registrazione del libro prevede infatti che ad ogni volume sia abbinato un codice univoco (BookCrossing Identity Number o BCID), scaricabile direttamente dal sito. Chi trova il libro può, a sua volta, segnalarlo sul sito e alimentare la mappa dei suoi spostamenti prima di liberarlo nuovamente.
Esistono varie modalità in cui è possibile far circolare un libro: è possibile passarlo a qualcuno che si conosce, oppure lasciarlo in un luogo pubblico, come parchi, fermate dell’autobus, ecc. O ancora, lo si può donare a una delle BookCrossing Zones ufficiali (abbreviate in OCZ o OBCZ): spazi pubblici o privati come sale d’aspetto di ospedali, caffè, biblioteche, aziende che aderiscono al BookCrossing e che spesso dispongono di aree dedicate a questo.
La forza dell’intuizione di Hornbaker è stata tale che oggi la parola bookcrossing definisce non solo il suo progetto ma il fenomeno in generale. Sono moltissime infatti le iniziative che vi si sono ispirate, come ad esempio “Libri Randagi”, lo scambio di libri libero e aperto a tutti promosso da Unicoop Etruria in numerosi punti vendita.
Perché il bookcrossing è un esempio di sharing economy
Oltre a stimolare il piacere della scoperta casuale e della lettura, il bookcrossing è anche un esempio virtuoso di sharing economy o economia collaborativa. Questo modello si basa su principi di riutilizzo e condivisione di prodotti altrimenti sprecati in ottica di sostenibilità ambientale e si contrappone a quello tradizionale in cui le merci vengono acquistate, usate e gettate. Attraverso pratiche come la razionalizzazione e la condivisione si contribuisce infatti al benessere del Pianeta poiché si limitano i consumi di risorse e le emissioni di CO2 legate alle attività di smaltimento. Esempi classici di economia collaborativa sono i bike e car sharing presenti in diverse città, ma anche Airbnb, in quanto servizio di ospitalità condivisa.
In questo senso, il bookcrossing è un’iniziativa meritevole perché fondata proprio su dinamiche di prestito e riuso. Più persone usufruiscono dello stesso libro e minore sarà la domanda di nuove copie, quindi si ridurrà il bisogno di nuove stampe con ricadute positive in termini ambientali (meno carta, inchiostro ed energia impiegate). Inoltre, si eviteranno gli sprechi dando nuova vita ai libri invece di buttarli via.
I benefici del bookcrossing per la cultura e la comunità
Il motto di BookCrossing.com è “rendere il mondo intero una biblioteca”. Come una biblioteca diffusa, infatti, questo e altri progetti analoghi offrono diversi benefici per le comunità che partecipano. Il primo è la promozione della lettura, soprattutto tra le fasce di popolazione che non possono permettersi di acquistare i libri. La gratuità e l'accessibilità sono qualità importanti che possono avvicinare anche chi ha disponibilità economiche ridotte. Anche luoghi istituzionali come biblioteche e scuole possono arricchire la propria offerta culturale e sociale senza costi aggiuntivi grazie a questa attività.
I luoghi di scambio, soprattutto quelli ufficiali o formalizzati (casette di legno, edicole, cabine telefoniche convertite), possono diventare poi spazi di aggregazione sociale e confronto tra i lettori. In questo modo, si favorisce il dialogo e la condivisione di opinioni, aumentando le occasioni di incontro e scambio. Momenti importanti che incoraggiano la diffusione della cultura in modo libero e spontaneo.
Idee e consigli per diffondere il bookcrossing nella propria città
Le possibilità, per chi vuole prendere parte a un’attività di bookcrossing in Italia, sono molte. Oltre a quelle già esistenti, globali o locali, è possibile organizzarne di nuove, ad esempio coinvolgendo il proprio condominio o il quartiere, oppure il proprio bar di fiducia. O, perché no, persino la scuola per incentivare la lettura tra i più giovani.
Basta una piccola libreria aperta a tutti e poche regole condivise per dare vita al passaggio di libri.
Se poi si dispone di una sede fisica, si possono prevedere incontri - anche tematici - e scambi in occasioni speciali come le giornate dedicate alla lettura o durante festival culturali correlati. Anche la tecnologia può essere d’aiuto per ampliare ulteriormente i confini dell’iniziativa. Ad esempio, segnalando l’esistenza di punti di scambio sui social media, creando eventi aperti a tutti e invitando le persone a partecipare, online e offline.
Insomma, il bookcrossing può davvero attraversare ostacoli e limiti di vario genere per dare ai libri una seconda (ma anche una terza, quarta, quinta…) vita e coinvolgere sempre più persone nella lettura e nell’accesso al sapere.